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Politica migratoria

In Francia, un patto demografico che mescola natalità e migrazioni

Nel suo patto demografico del 2021, l'Alto commissario francese per la pianificazione François Bayrou ritiene che il tasso di natalità e la migrazione debbano "garantire il futuro demografico" della Francia. Secondo lui, "il contributo della migrazione può aiutare a migliorare il rapporto attivi-pensionati, e quindi la capacità di finanziamento dei nostri sistemi sociali". La nota presentata dall'Alto Commissario sottolinea che nel 2019 vivevano in Francia 6,7 milioni di immigrati, ovvero il 9,9% della popolazione totale, di cui il 37% (2,5 milioni) ha acquisito la cittadinanza francese. Bayrou prende come esempio la Germania che, a metà degli anni 2010, aveva un deficit demografico e che ha deciso di accogliere quasi un milione di immigrati dai Balcani, "in un'unica ondata". La politica in cui lo Stato tedesco è fortemente coinvolto è stata ampiamente sostenuta dai datori di lavoro tedeschi, che sono a corto di manodopera in settori chiave.

In Italia: con Giorgia Meloni, la famiglia al centro della società

Sul versante italiano la dinamica è diversa. Se il Paese ha potuto contare sull'arrivo dell'immigrazione romena, albanese o marocchina per arginare l'"inverno demografico" e ringiovanire la popolazione, oggi non basta più. Se vogliono limitare la spirale discendente, la società deve apportare cambiamenti radicali. Giorgia Meloni, neopresidente del Consiglio dei ministri nel settembre 2022, vuole mettere in campo una politica per la famiglia degna di questo nome. Ma privilegiando a pieno le famiglie nate in Italia e riducendo i flussi migratori, il governo italiano non mette tutte le carte dalla sua parte.

Una soluzione non praticabile a lungo termine?

Laurent Charard, geografo presso il Centro europeo per gli affari internazionali ritiene che la soluzione demografica migratoria possa essere solo temporanea, perché i discendenti degli immigrati alla fine adottano il comportamento di bassa fertilità del paese che li ospita. È già una risposta più rapida all'invecchiamento e alla carenza di manodopera a breve termine. Tuttavia, mantenere il rapporto tra popolazione attiva e anziani richiederebbe flussi annui così elevati (200.000, 300.000 e oltre) nelle principali potenze europee che sembra improbabile che ciò accada. In conclusione, anche se non colmerà il deficit dei fondi pensione in Francia e in Italia, è innegabile che l'immigrazione abbia un ruolo attivo nel dinamismo demografico ed economico del Paese.

L'EVOLUZIONE DELLE NASCITE

IN FRANCIA E IN ITALIA

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