top of page

In Italia

Spinto dal boom demografico europeo fino al 1970

Nel 1862, anno successivo al Risorgimento (Unità d'Italia), il primo censimento dello Stato unitario italiano stabilì 26,3 milioni di abitanti. Fino al 1914 il tasso di fecondità oscillava tra i 4 ei 5 figli per donna, mentre la popolazione guadagnava in media 350.000 abitanti all'anno. Come quasi tutti i paesi occidentali, l'Italia ha subito drastici cali della natalità durante le due guerre mondiali a causa del contesto e dell'incertezza della situazione. Durante il regime fascista, Benito Mussolini incoraggiava le coppie ad avere figli, potendo il governo concedere loro sussidi se necessario. Il leader italiano, nell'ambito della sua politica pronatalista, aveva l'obiettivo iniziale di raggiungere i 70 milioni di abitanti nel 1960. Tuttavia, ogni volta, il Paese fatica a riconquistare un livello vicino a quello anteguerra. Tra il 1946 e il 1964 si verifica il Baby Boom: le donne italiane fanno dai 2 ai 3 figli e il bilancio naturale è di circa 400.000 nuovi abitanti all'anno.

1975-1995: Il primo "Baby-bust"

Dopo un decennio di lieve calo degli indicatori di natalità, nel 1975 il semaforo cominciò a tingersi di rosso. Il tasso di fecondità crollò: da 2,21 nel 1975, a 1,97 nel 1977 per finire a 1,19 nel 1995. Nel 1990 l'Italia è rimasta indietro rispetto alla Francia in termini di popolazione. Nel 1993 il saldo naturale è sceso nuovamente in territorio negativo, la prima volta dal 1918. La crescita demografica è stata prossima allo zero e la migrazione netta ha impedito a malapena un calo della popolazione. Contrariamente al Baby-boom, a questo periodo verrà attribuito da alcuni specialisti il nome di Baby-bust (diminuzione delle nascite).

Dal 2010: Il secondo "Baby-bust"?

Dopo questa prima crisi, la situazione si è stabilizzata tra il 1995 e il 2010. Ancora meglio: il numero delle nascite è aumentato e il saldo naturale è tornato positivo nel 2004 e nel 2006. Ma questa tendenza è stata di breve durata e dal 2010 l'Italia ha vissuto una seconda crisi demografica, forte come il primo. Questa volta il saldo migratorio non è sufficiente a bilanciare il saldo naturale. Il paese sta perdendo abitanti dal 2015 e il calo è esponenziale per il momento. Nel 2020, anno segnato dalla pandemia da Covid-19, il saldo naturale ha raggiunto -335.425, un livello storicamente basso in tempo di pace.

Previsioni molto allarmanti: una popolazione dimezzata nel 2100?

Tali dati e tendenze non fanno presagire una crescita della popolazione italiana. Se ci atteniamo allo studio pubblicato dall'ISTAT nel settembre 2022, intitolato "Previsione sulla popolazione residente e sulle famiglie", ci aspettiamo 54,3 milioni di italiani nel 2050 e 47,7 milioni nel 2070. Secondo questo stesso studio , ci sarebbero tante persone in età lavorativa (dai 15 ai 65 anni) quante non lo sono (dai 0 ai 14 anni e oltre i 65 anni). Uno studio pubblicato da The Lancet propone uno scenario in cui la popolazione raggiungerebbe i 31 milioni nel 2100, che è quasi una divisione per 2 della cifra attuale. Eppure il caso italiano non preoccupa solo in Italia. Alcuni paesi come la Spagna hanno paura di subire la stessa sorte...

Dati attuali in Italia

Popolazione
58 983 122

Tasso di fecondità
1.24

Nascite nel 2022
400 249

Morti nel 2022
709.035

Saldo naturale
-308 786

Saldo migratorio
-19.460

L'EVOLUZIONE DELLE NASCITE

IN FRANCIA E IN ITALIA

  • Facebook
  • LinkedIn
  • Instagram

© 2022

bottom of page